mercoledì 6 gennaio 2010

simbologia della Befana

Epifania significa in greco “l’apparizione” di una divinità o un suo intervento prodigioso, e siccome la nascita di Gesù era l’apparizione per eccellenza, i cristiani, orientali, adottarono questo termine per il Santo Natale. Successivamente, quando la festa del Natale romano penetrò in Oriente l’Epifania divenne prevalentemente la festa del battesimo di Gesù, mentre in Occidente, che a sua volta l’aveva recepita, dall’Oriente, celebrava “la rivelazione di Gesù al mondo pagano” con la venuta dei Magi a Betlemme, la Casa del Pane. Secondo questo mito la befana era una vecchia a cui i Magi si rivolsero lungo il cammino per individuare la casa della natività. L'origine della befana è tuttavia connessa a tradizioni agrarie pagane relative all'anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo e solo successivamente figura cristianizzata. La sua "apparizione" si pone tra la fine dell'anno solare (solstizio invernale, Sol Invictus,"Sole invitto" o, per esteso, Deus Sol Invictus "Dio Sole invitto" - appellativo religioso usato per tre diverse divinità nel tardo Impero romano, Eliogabalo, Mitra, e Sol) e l'inizio dell'anno lunare.
Il Natale letteralmente significa "nascita". La festività del Dies Natalis Solis Invicti ("Giorno di nascita del Sole Invitto") veniva celebrata nel momento dell'anno in cui la durata del giorno iniziava ad aumentare dopo il solstizio d'inverno: la "rinascita" del sole (arcano XVIIII).
Il termine solstizio viene dal latino solstitium, che significa letteralmente "sole fermo" (da sol, "sole", e sistere, "stare fermo").Infatti nell'emisfero nord della Terra tra il 22 e il 24 dicembre il sole sembra fermarsi in cielo (fenomeno tanto più evidente quanto più ci si avvicina all’equatore). In termini astronomici, in quel periodo il sole inverte il proprio moto nel senso della "declinazione", cioè raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale.Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima. Si verificano cioè la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno. Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d’estate, il 21 giugno, quando avremo il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta. Il sole, quindi, nel solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e "invincibile" sulle stesse tenebre. E proprio il 25 dicembre sembra rinascere, ha cioè un nuovo "Natale". Questa interpretazione "astronomica" può spiegare perché il 25 dicembre sia una data celebrativa presente in culture e paesi così distanti tra loro.
Il periodo del Solstizio d'inverno (Candelora), in celtico Yule, (21 dicembre - 2 febbraio) tra le porte della Ruota dell'Anno è la stagione dedicata al riposo agrario. Come la Terra sospende la sua fertilità ritirandosi in una sorta di mesto silenzio, così la linfa viene richiamata negli inferi lasciando le piante spoglie, rinsecchite, vestite di morte apparente. Non significa tuttavia una reale inattività. Al di sotto del primo strato, protetti dal gelo, semi e animali continuano instancabilmente a lavorare il suolo e a prepararsi affinchè, ai primi segnali di luce e calore, la Vita possa nuovamente germogliare. Il primo strato di terra se lasciato riposare è ricco di elementi nutritivi, funghi e esseri viventi in grado di elaborare le sostanze primarie rendendo fertile il suolo.
Per anno lunare s'intende lo spazio di tempo tra due passaggi del sole (uno consecutivo all'altro) per uno stesso punto dell'ecclittica lunare ed è composto di 12 mesi: I singoli mesi detti mesi sinodici hanno una durata di 29 giorni, 12 ore 44 minuti primi e 3 secondi, per cui l'anno lunare è di 354 giorni, 9 ore e 48 minuti. Il calendario ebraico (simile al calendario cinese) è lunare, ma pareggia la durata con l'aggiunta di un mese intercalare, detto embolissmico. Il calendario civile, invece è essenzialmente solo solare perché i mesi, pur essendo 12, sono svincolati dalla lunazioni, mentre il calendario islamico è esclusivamente lunare e dura 354 giorni. Il mese lunare dura un ciclo lunare, ossia 28 giorni solari. Durante i quali la luna assume quattro fasi:
* luna nuova
* luna crescente
* luna piena
* luna calante
Si ritiene che nelle notti di luna piena (arcano XVIII) l’energia emanata dalla luna sia maggiore, ed in genere vi si svolgono i riti magici. L’anno solare contiene 13 mesi lunari, ossia 13 lunazioni. Quindi ci sarà un mese solare con due lune piene, la seconda delle quali sarà la tredicesima luna, detta luna blu. (arcano XIII - la trasformazione). Quanti seguono un calendario wicca calcoleranno la tredicesima luna in base ai segni zodiacali: ossia la seconda luna piena quando il sole si trova nello stesso segno zodiacale della prima.
La Luna del lupo, (nell'arcano sono presenti due lupi, uno azzurro ricettivo e spirituale e l'altro carnale attivo che ululano alla luna), è il nome con cui suol riferirsi alla prima luna piena dell'anno, partendo, in teoria, dal solstizio di dicembre che per molte tradizioni era appunto il momento in cui finiva un anno ed incominciava quello nuovo. Nella pratica attuale si tratta della prima luna di gennaio. È una luna di inizi, quindi l'energia ed il potere scorrono pigramente, sotto la superficie. Si ritiene sempre opportuno in questo periodo conservare l'energia lavorando in gruppo con scopi comuni ed aiutare chi all'interno del proprio cerchio (familiare o di amicizie) si trovi in difficoltà. La luna del mese successivo è detta Luna di ghiaccio. È un momento di guarigione, di ricarica interiore. Invita all’analisi della propria individualità per potersi migliorare in futuro. L’analisi va effettuata con grande attenzione ed onestà, poiché sarà fondamentale per prepararsi alla luna successiva.
La vecchia befana, in quest'ottica non è altro che la raffigurazione dell'anno vecchio, che una volta concluso, lo si può bruciare! (fuoco alchemico della trasformazione). Così come accadeva in molti paesi europei, dove esisteva la tradizione di bruciare fantocci, con indosso abiti logori, all'inizio dell'anno (vedi ad esempio la Giubiana e il Panevin o Pignarûl, Casera, Seima o Brusa la vecia). Buon falò a tutti!

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