sabato 9 gennaio 2010

Platone e la funzione del mito.

Il mito è un espediente didattico per lasciar cogliere in modo immediato, sotto le immagini narrative, alcune nozioni basilari la cui comprensione concettuale sarebbe più complessa. In questa prospettiva il mito è preliminare alla elaborazione logica e propedeutico a una attività intellettuale superiore: una sorta di percorso di avvicinamento all’esercizio filosofico, che prevede il passaggio da immagini sensibili, attraverso metafore e interpretazione, sino alla nozione astratta. Platone impiega questa tecnica per accostare i nodi teoretici più impegnativi, privilegiando la sfera intuitiva, in attesa della dimostrazione razionale. Platone non è interessato solo alla potenzialità logica del mito, che rilascia uno spettro più ampio la dimensione emozionale. L’autore investe nel suo complesso l’esistenza del destinatario, per sollecitarne non solo l’atteggiamento teoretico, ma, soprattutto, la condotta di vita. La complementarità tra logos (ragionamento) e mito s'esprimerebbe anche nella relazione alla verità: Platone non esclude il mito dall’orizzonte della verità, si limita a marcare due distinte ma concordi prospettive verso di essa: quella che intuisce la verità attraverso le sue immagini, e quella, più mediata e faticosa, che la raggiunge attraverso analisi concettuali e matematiche. Platone non pensa al mito come digressione, ma come asse portante della strategia comunicativa dei dialoghi, con una esplicita intenzione veritativa. Questa deriva in parte dalla autorità della tradizione, cui l’autore liberamente attinge per la sua composizione mitologica, per lo più, invece, dalla convergenza con le indagini sviluppate nel dialogo, ovvero con rimandi a un contesto di ricerca esterno, probabilmente orale e accademico. I due aspetti risultano strettamente intrecciati nella redazione dei miti, dal momento che lo statuto della tradizione – pur evocato da Platone – non lo esime da una profonda rielaborazione dei suoi elementi, di fatto da una sua reinvenzione, condotta alla luce di profonde convinzioni filosofiche.

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