giovedì 14 gennaio 2010

Appunti storici sul Tarocco

I tarocchi sono una forma di mito o di mistero che ci rincorre a dir poco dal Quattrocento: se ne parla e riparla costantemente, qualche volta seriamente,la maggior parte delle volte con sufficienza (quando si pensa alla divinazione, alla predizione del futuro, alla cartomanzia, all'esoterismo).
Il Tarocco è solo un gioco di carte caricato, in buona o cattiva fede, di significati esoterici? Oppure è una baggianata, roba da maghi e cartomanti, indovini, zingari, New age, sette esoteriche e gente che si è bevuta il cervello? E allora perchè è stato studiato e usato da personalità di rilievo e al di fuori di ogni sentore di cartomanzia? Perchè quando si parla di profondità della psiche, di archetipi collettivi, di "rivelazione", si torna sempre a parlare di Tarocchi?
E' evidente che essi costituiscano l'esempio più lampante di asservimento forzato ad un fine che non è loro proprio, probabilmente in forza dell'assoluto mistero che avvolge la loro origine e il loro senso. Nessuno sa con certezza chi e dove e quando li abbia inventati e perchè. Di volta in volta, ciascuno ha piegato il Tarocco ai propri intendimenti, proferendone il segreto.
Durante il Rinascimento italiano i tarocchi furono probabilmente adottati dalla corrente ermetico-esoterica dei neoplatonici fiorentini: Pico della Mirandola e Giulio Camillo, con ampi riferimenti all'alchimia di Ermete Trimegisto e del suo Corpus Hermeticum, risalente al 200 d.c.
Dopo il Quattrocento il Tarocco iniziatico ed esoterico resta vivo solo all'interno di sette e pratiche specifico e torna alla volgata come semplice gioco di carte.
Alla fine del Settecento il pastore Antoine Court de Gébelin, (massone peraltro)ne ravvisa l'origine nel "libro di Toth" egiziano, individuando nei 22 arcani maggiori i simboli raffigurati sulle pareti del tempio di Toth.
Tra la fine del Settecento e l'inizio del secolo successivo, un parrucchiere parigino di nome Alliette mutò il proprio nome in "Eteilla" (si vendono ancora i suoi mazzi di tarocchi divinatori) e divenne il più famoso cartomante della capitale francese, ritoccando le carte con simboli egizi.
Tra l'Ottocento e il Novecento si giunge a un totale delirio interpretativo-esoterico. Alphonse Louis-Costant cambia il suo nome in Eliphas levi e ravvisa nei 22 Arcani maggiori le 22 lettere dell'alfabeto ebraico, collegandoli alla Qabbalah e all'Albero della Vita; Aleister Crowley li abbina alla magia nera; l'occultista svizzero Oswald Wiirth nè dà un significato psicanalitico; gli junghiani ne ravvisano gli archetipi cllettivi indicati dal loro maestro.
All'inizio del Novecento la pittrice Pamela Colman Smith sotto la guida di Arthur Edward Waite, già membro dell'ordine ermetico della Golden dawn e studioso della Qabbalah e della Rosa Croce ridisegna il mazzo (ancora molto usato) intriso di allegorie "noveau esprit" in pieno stile liberty.
Dopo aver studiato i Tarocchi per più di quarant’anni, Alejandro Jodorowsky incontra a Parigi Philippe Camoin, il discendente diretto della famiglia Camoin, ultimo tipografo marsigliese dei Tarocchi di Marsiglia. L’origine della fabbrica risale al 1760: fu creata da Nicolas Conver che, in questa data, incide i più famosi Tarocchi di Marsiglia, i Tarocchi di Marsiglia di Nicolas Conver ( rieditati nel 1965 dalla Maison Camoin).
Fin dal loro primo incontro, decidono di lavorare insieme sul restauro dei Tarocchi di Marsiglia quali erano in origine. Grazie ad avvenimenti segreti concernenti la loro storia, la loro fabbricazione, la loro tradizione e il loro simbolismo, e grazie a lastre d’impressione originali, eravamo gli unici a poter restaurare i Tarocchi di Marsiglia originali. Dopo un attento studio e comparazioni al computer delle innumerevoli versioni dei Tarocchi di Marsiglia, fra i quali i Tarocchi di Nicolas Conver, i Tarocchi di Dodal, i Tarocchi di François Tourcaty, i Tarocchi di Fautrier, I Tarocchi di Jean-Pierre Payen, i Tarocchi di Suzanne Bernardin, i Tarocchi di Besançon di Lequart, ecc. Jodorowsky e Camoin danno vita ad una preziosa restaurazione dei simboli e dei colori presenti in ogni carta e strettamente connessi e legati gli uni agli altri.
(tratto da A. Jodorowsky, "Io e i Tarocchi, la pratica, il pensiero, la poesia", Giunti Citylights e articolo internet http://it.camoin.com/tarot/Tarocchi-Spiegazione-Jodorowsky.html)

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